Tipi di scoliosi: come distinguerli e come affrontarli al meglio

La scoliosi è una vera e propria patologia della colonna vertebrale .Ma quante tipologie di scoliosi esistono? Quali sono le più gravi? Quando può insorgere la scoliosi? Grazie a questo articolo, risponderò ai più frequenti dubbi e domande che un genitore come te potrebbe porsi davanti a una radiografia e una diagnosi di scoliosi.

November 10, 2021
Fisioterapia
Federica Chiarion

Che cos’è la scoliosi?

La scoliosi è una patologia scheletrica, caratterizzata da una deformità strutturale della colonna vertebrale. 

La scoliosi può insorgere in età infantile, in età puberale o in età adolescenziale; esistono anche scoliosi in età neonatale, anche se più rare, oppure addirittura scoliosi prenatali che si sviluppano durante la vita intrauterina.

La deformazione strutturale che caratterizza la scoliosi avviene sui tre piani della colonna vertebrale. Infatti si manifesta tipicamente con una deviazione laterale delle vertebre sul piano frontale (cioè in visione posteriore) e una rotazione dei corpi vertebrali sul piano orizzontale (cioè in visione dall’alto).

Le vertebre della colonna vertebrale colpite da scoliosi formano infatti una curva, denominata convessità scoliotica, a C se la convessità è a sx, a C rovesciata se la convessità è a dx.

La deviazione laterale delle vertebre formano una curva denominata convessità scoliotica, destra o sinistra.

La seconda componente che caratterizza la scoliosi è la rotazione delle vertebre, che la distingue da un più semplice atteggiamento scoliotico: ecco perché spesso è definita rotoscoliosi.

Inoltre, nella scoliosi vi è un’alterazione delle curve fisiologiche della colonna vertebrale anche sul piano sagittale (cioè in visione laterale): tipicamente si assiste a una riduzione delle curve, con una conseguente rettilinizzazione del rachide, oppure al contrario si manifesta un’accentuazione delle curve con iperlordosi lombare e dorso curvo.

Quanti e quali tipi di scoliosi esistono?

Clinicamente le scoliosi possono essere distinte in base a 3 classificazioni differenti:

  • cronologica: in base all’età in cui viene diagnosticata
  • angolare: in base all’angolo formato dalla curva scoliotica
  • topografica: in base a dove è localizzata

La classificazione topografica differenzia le scoliosi in base al sito anatomico della colonna vertebrale in cui è presente la deformità. Perciò, si distinguono scoliosi: 

  • cervicale
  • dorsale
  • lombare
  • dorso-lombare 
  • a doppia curva (anche chiamata a S italica).

La classificazione cronologica, invece, distingue l'età in cui la scoliosi viene diagnosticata (attenzione: non l'età in cui la scoliosi compare): 

  • infantile
  • giovanile
  • adolescenziale
  • adulta. 

Questa classificazione è importante perché più è lungo il tempo che intercorre tra la diagnosi di scoliosi e la maturità scheletrica (18-19 anni per le femmine, 20-21 anni per i maschi), più vi è il rischio di progressione e di sviluppare quindi una deformità grave.

Infine, la classificazione angolare descrive l’angolo della scoliosi, valutato sul piano frontale della radiografia eseguita in posizione eretta, secondo il metodo dell’angolo di Cobb. Questo tipo di classificazione è direttamente collegato alla gestione della scoliosi e alla scelta del miglior trattamento terapeutico. 

Si distinguono, infatti:

  • scoliosi inferiore ai 10˚ (per cui la diagnosi di scoliosi non andrebbe formulata)
  • superiore ai 30˚ (per la quale si predilige il trattamento conservativo con corsetto ortopedico e fisioterapia)
  • superiore ai 50˚ (cut-off per la scelta dell’intervento chirurgico). 
La classificazione angolare, secondo il metodo di Cobb, descrive l’inclinazione della scoliosi sul piano frontale.

Qui di seguito, ti presento alcune delle tipologie di scoliosi più frequenti, di cui spesso si sente parlare.

Scoliosi lombare

La scoliosi lombare è definita cosi proprio perché la deformità scoliotica è localizzata nel tratto lombare della colonna vertebrale, la parte più bassa della schiena, interessando quindi le vertebre da L1 a L5. 

È caratterizzata quindi da una deviazione laterale associata a rotazione dei corpi vertebrali del tratto lombare, presentandosi con la tipica curva a C o a C rovesciata.

Approfondisci la scoliosi lombare grazie a questo articolo scritto dal Team di Fisio Salute: Scoliosi lombare: comprenderla e affrontarla nel modo giusto.

La scoliosi lombare è localizzata nella parte più bassa della schiena, interessando le vertebre da L1 a L5

Scoliosi dorsale

La scoliosi dorsale, anch’essa come quella lombare denominata in base alla classificazione topografica, indica che il sito anatomico colpito è il tratto dorsale o toracico, ovvero quello presente a metà della schiena. Infatti interessa le vertebre da T1 a T12.

In questo tipo di scoliosi l’associazione dell’inclinazione e della rotazione dei corpi vertebrali si ripercuote anche sulle coste, che sono strettamente articolate alle vertebre toraciche: questo comporta la formazione del cosiddetto gibbo costale, cioè una protuberanza posteriore a destra della colonna in caso di scoliosi dorsale dx convessa, o a sinistra della colonna in caso di scoliosi dorsale sx convessa.

L’inclinometro è lo strumento di valutazione che permette di quantificare il gibbo scoliotico

Scoliosi cervicale

La scoliosi cervicale è il terzo tipo di scoliosi classificato in base al sito anatomico della curvatura scoliotica. Come dice il nome stesso, il tratto del rachide interessato da scoliosi in questo caso è quello cervicale, cioè le vertebre da C7 a T1.

La scoliosi cervicale potrebbe causare cervicalgia; inoltre, nei casi più gravi potrebbe portare a mal di testa ricorrenti, problemi alla vista o vertigini e problemi di equilibrio.

Leggi nel nostro articolo “Scoliosi cervicale” quali sono i sintomi che potrebbe causare la scoliosi cervicale e come poterla curare.

La scoliosi cervicale potrebbe causare cervicalgia e nei casi più gravi anche cefalea, vertigini e problemi di equilibrio

Scoliosi grave

Grazie alla classificazione angolare con il metodo di Cobb, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, è possibile determinare la gravità di una scoliosi.

Quando una scoliosi supera i 50˚ Cobb, si definisce scoliosi grave.

E’ quasi certo che questa tipologia di scoliosi subirà una progressione della curva in età adulta e determinerà problemi di salute e una riduzione della qualità di vita. Infatti, i 45-50˚ Cobb sono la soglia generalmente riconosciuta per l’intervento chirurgico. 

Nelle scoliosi gravi con una deviazione laterale superiore ai 45-50˚ Cobb, l’intervento chirurgico è la strategia di trattamento migliore

Solitamente le scoliosi più gravi sono quelle comparse in età infantile, o addirittura in età neonatale, poiché hanno maggior tempo a disposizione per peggiorare prima che la maturità scheletrica sia completata.

È sempre importante sottoporre un bambino a controlli periodici specifici per intercettare il prima possibile un eventuale deformità della colonna vertebrale e intervenire tempestivamente.

Scoliosi idiopatica

Qual è la causa della scoliosi?

È importante sapere che il 20% delle scoliosi sono dovute a un altro processo patologico e quindi sono collegate ad altre patologie pre-esistenti (nei paragrafi successivi ti spiego quali sono quelle patologie a cui può essere legata la scoliosi).

Nel restante 80% si tratta di scoliosi idiopatica. Ma cosa significa?

Il termine scoliosi idiopatica è stato introdotto da Kleinberg  nel 1922 e viene utilizzato per descrivere tutti i casi nei quali non è possibile identificare una patologia specifica che dà origine alla deformità.

La scoliosi idiopatica è, infatti,  di origine sconosciuta e può essere definita come un segno di una sindrome ad eziologia multifattoriale

Scoliosi neuromuscolare 

Come abbiamo appena visto, il 20% delle scoliosi sono legate ad altre patologie pre-esistenti: si tratta di scoliosi congenite o legate a patologie neuromuscolari.

Nelle patologie neuromuscolari sono caratterizzate da manifestazioni cliniche a carico dell’apparato cardio-respiratorio e dell’apparato muscolo-scheletrico.

Qui di seguito elenco alcune malattie neuromuscolari che possono manifestare deformità scoliotica:

  • Distrofia muscolare di Duchenne, di Becker, di Ullrich
  • Miastenia Gravis
  • Neuropatie periferiche come la neuropatia di Charcot-Marie-Tooth
  • Atrofia muscolare spinale
  • Sclerosi multipla amiotrofica

Scoliosi neurologica

Anche le scoliosi neurologiche rientrano in quel 20% di casi legate ad altre patologie pre-esistenti. 

Si tratta di scoliosi che si sono sviluppate in presenza di esiti di paralisi cerebrale infantile.

Un esempio sono l’emiplegia/emiparesi congenita o la diplegia/diparesi congenita: caratterizzate dalla paralisi completa o parziale, rispettivamente di un emilato del corpo o di entrambi gli arti inferiori.

Scoliosi pediatrica

Il periodo di crescita e maturità scheletrica è il momento più importante e delicato per un bambino. Proprio in questo periodo possono manifestarsi i primi segni e sintomi di una deformità vertebrale: la scoliosi pediatrica.

Con il termine scoliosi pediatrica vengono raggruppate le deformità della colonna vertebrale durante la crescita di un bambino, ma nello specifico si possono differenziare:

  • Scoliosi infantili
  • Scoliosi giovanili, in cui vi è il picco puberale, cioè il momento di maggior crescita in altezza e quindi di maggior rischio evolutivo della scoliosi  
  • Scoliosi adolescenziali

Nella scoliosi pediatrica, come in tutti tipi di scoliosi, si raccomandano controlli specialistici periodici per monitorare la crescita ed eventuali progressioni della curva scoliotica.

Si raccomanda anche di iniziare il prima possibile il trattamento della scoliosi, seguendo le indicazioni dello specialista ortopedico di riferimento, come la riabilitazione posturale con esercizi specifici per la scoliosi, il corsetto ortopedico o l’intervento chirurgico nei casi più gravi.

La fisioterapia con esercizi specifici è una delle scelte terapeutiche in caso di scoliosi.

È altresì consigliato continuare con l'attività fisica abituale associata alla fisioterapia, soprattutto durante la fase di crescita, per evitare lunghi periodi di sedentarietà e mantenere in allenamento i muscoli e l’organismo in toto.

Conclusioni sui tipi di scoliosi

Come abbiamo visto in questo articolo, esistono diversi tipi di scoliosi.

Pertanto, è molto importante eseguire controlli specialistici periodici per monitorare la crescita del bambino, intercettare la scoliosi e determinare la deformità in modo preciso attraverso le diverse classificazioni, grazie alla collaborazione dell’Ortopedico e del Fisioterapista.

Solo in questo modo, la scoliosi può essere trattata e curata, con risultati efficaci per una vita quotidiana funzionale e senza dolore.

A Fisio Salute, i nostri specialisti sapranno darti maggiori informazioni e indirizzarti verso la strategia migliore di trattamento attraverso il nostro Screening di Valutazione della scoliosi.

Bibliografia

Federica Chiarion

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