Il dolore al ginocchio nella pallavolo

Quante volte hai sentito parlare del ginocchio del saltatore? Il dolore al ginocchio nella pallavolo è una patologia da sovraccarico causata da movimenti frequentemente ripetuti che provocano stress e danno al tendine rotuleo. In questo articolo ti spiegherò in maniera chiara quali sono i sintomi e come si cura questo dolore.

December 21, 2021
Fisioterapia
Daniele Matarozzo

Cos’è il dolore al ginocchio e quali sono i segni ed i sintomi?

Il ginocchio del saltatore è una condizione infiammatoria meglio definita dal termine tendinopatia rotulea.

È caratterizzato da dolore nella regione anteriore del ginocchio che compare inizialmente con l’attività fisica e successivamente anche a riposo.

Rappresenta un infortunio frequente negli sportivi che praticano pallavolo, basket e atletica leggera. Il salto, i cambi di direzione e l’accovacciata, in particolare nel volley, sono i fattori di rischio maggiori.

Il sintomo caratteristico della tendinopatia rotulea è il dolore nella regione anteriore del ginocchio, localizzato nella parte inferiore della rotula, non sempre correlato a segni di infiammazione come gonfiore, rossore, calore e senso di debolezza dell’arto inferiore durante diversi gesti dinamici.

Quanto spesso capita il dolore al ginocchio?

Circa il 40% dei pallavolisti soffre di tendinopatia rotulea.  L’infortunio nel 33% dei casi costringe il giocatore a restare lontano dai campi per un tempo medio di 6 mesi e, secondo le statistiche, il 55% si ritira prematuramente dall’attività agonistica.

La fascia d’età più colpita è quella compresa fra i 16 e i 30 anni senza differenza tra i due sessi.

Fattori di rischio del dolore al ginocchio: quali sono?

I fattori di rischio per la comparsa di questa patologia possono essere:

Intrinseci, ossia determinati dalle caratteristiche fisiche dello sportivo:

  • restrizioni del movimento di diverse articolazioni: nella maggior parte dei casi dovute al mancato recupero a seguito di un infortunio, ad esempio nelle distorsioni di caviglia
  • diminuzione della flessibilità di diversi gruppi muscolari: conseguenza di insufficienti o inefficaci programmi di esercizi di mobilità e stretching
  • deficit di forza: per infortuni precedenti e/o mancanza di esercizi finalizzati al rinforzo nei programmi di allenamento
  • riduzione dei tempi di recupero fisico.

Estrinseci, cioè che non dipendono in senso stretto dall’atleta, ma piuttosto da quanto gli sta intorno. Ad esempio:

  • gesti atletici rigidi o eseguiti in maniera scorretta
  • incremento del volume di allenamento e gare (frequenza e/o intensità e/o durata)
  • uso di scarpe non idonee
  • durezza del suolo di gioco

Le fasi della tendinopatia rotulea

Nelle fasi iniziali il dolore è presente solo dopo l’attività fisica intensa e scompare con il riposo.

L’inizio insidioso del dolore fa sì che l’atleta tenda a sottovalutare il problema e a rinviare il consulto con lo staff medico della squadra solo nel momento in cui il dolore compare durante la performance.

Nelle fasi più critiche il dolore peggiora fino ad essere acuto e presente anche a riposo e nelle attività fisiche quotidiane come salire e scendere le scale o guidare un veicolo.

I 4 stadi della tendinopatia rotulea

In base all’andamento dei sintomi la tendinopatia rotulea si evolve in 4 stadi diversi.

Fase 1: Dolore dopo l’attività sportiva

Fase 2: Dolore durante e dopo l’attività sportiva. La performance non è compromessa

Fase 3: Dolore più intenso e di maggior durata durante e dopo l’attività sportiva che impatta negativamente sulla prestazione dell’atleta

Fase 4: Dolore tendineo che indica un un grave danno strutturale

Il dolore al ginocchio può essere causa di stop forzati dall'attività pallavolistica.

Valutazione ortopedica e fisioterapica del dolore al ginocchio

La valutazione dello staff medico e fisioterapico deve essere accurata per escludere la presenza di patologie che si manifestano con sintomi simili a quelli della tendinite rotulea.

E' il caso, ad esempio, delle disfunzioni femoro-rotulee (cioè di problematiche legate al movimento della rotula sul femore) e di particolarità anatomiche dell’adolescente che causano infiammazione all’inserzione del tendine sullo scheletro ancora immaturo (hai mai sentito parlare di morbo di Osgood-Schlatter?).

Fondamentale è la raccolta delle informazioni sulla storia clinica dell’atleta:

  • Descrizione dei sintomi (durata, localizzazione, intensità in relazione all’attività sportiva e alle attività fisiche di tutti i giorni)
  • Fattori allevianti o aggravanti
  • Traumi precedenti
  • Assunzione di eventuali farmaci o terapie in atto (cure per altre patologie ed eventualmente iniziate per ridurre il dolore)

L’esame fisico in caso di tendinopatia rotulea rivelerà:

  • Riduzione mobilità rotulea con o senza dolore
  • Dolore alla palpazione della parte inferiore della rotula e/o lungo il decorso del tendine
  • Dolore nell’estensione attiva del ginocchio

L’esame dinamico prevederà l’esecuzione dei test (dinamici) volti a riprodurre il dolore e osservare la biomeccanica del movimento (cioè come l’atleta si muove):

  • Squat su uno o due piedi
  • Affondo
  • Salto su uno o entrambi i piedi

Il Rapporto tra staff medico e staff tecnico

Oltre alla raccolta dei dati soggettivi, è fondamentale avere un colloquio con allenatori e preparatori atletici per capire

  • lo schema di allenamento utilizzato
  • eventuali incrementi di carico avvenuti nell’ultimo periodo
  • tempi di utilizzo del giocatore durante i match
  • variazioni delle prestazioni dell’atleta

Tutti questi dati servono ai due staff per pianificare al meglio l’utilizzo dell’atleta ed il suo recupero .


A parte nella fase davvero acuta, nella quasi totalità dei casi non bisogna far sospendere l’attività pallavolistica, ma solamente variare un po’ quelli che sono i carichi di lavoro in modo da dare il tempo al fisioterapista di lavorare sulle strutture tendinee infiammate.

La modulazione del carico: alcuni esempi

  • Eliminazione dei salti per qualche allenamento (l’atleta fa solo il giro dietro, in difesa)
  • Riduzione del numero di salti durante una seduta di allenamento (solitamente si parte da un numero basso (es: 20) per poi salire man mano che il dolore lo permette)
  • Per i liberi, evitare le difese che comportano angoli più chiusi al ginocchio (squat molto bassi), poiché stressano maggiormente il tendine rotuleo
  • Allenamento senza limitazioni, ma evitando la fase di gioco finale (quindi togliendo stress al ginocchio alla fine, quando l’atleta è di solito stanco)

Chiaramente queste strategie vanno concordate con lo staff tecnico, in un contesto di totale armonia per dare priorità al recupero dell’atleta

Il dolore al ginocchio come si cura? Il trattamento nella fase acuta

RIPOSO ATTIVO

Punto chiave della fase acuta della tendinopatia rotulea è la rimozione dello stress al tendine che causa la sintomatologia dolorosa. Quindi occorre diminuire il carico allenante ed evitare di eseguire gesti atletici che prevedono l’accovacciata profonda e il salto.

In accordo con il fisioterapista è possibile fare attività aerobica come cyclette e fisioterapia in acqua.

GHIACCIO

L’applicazione di ghiaccio nell’area sotto rotulea da 5 a 10 minuti per 2/3 cicli più volte al giorno è utile per ridurre il dolore e l’infiammazione.

La fisioterapia iniziale per il dolore al ginocchio

Per sviluppare un piano di trattamento strutturato sull’atleta, la valutazione dinamica e il ragionamento clinico devono servire ad identificare tutte le aree in disfunzione vicine o lontane dalla zona dolorosa.

Limitazioni articolari, deficit muscolari che alterano la meccanica del salto o della corsa devono essere tenuti in considerazione nella riabilitazione, per evitare recidive e migliorare la performance del pallavolista.

Nella fase acuta le tecniche manuali usate dal fisioterapista volte a ridurre dolore e migliorare la flessibilità dell’arto inferiore sono:

Tecniche Miofasciali:

  • Massaggio Trasverso Profondo
  • IASTM (cioè lavoro su muscoli e tendini utilizzando degli strumenti di metallo che aiutano il fisioterapista)
  • Massaggio muscolatura anteriore e posteriore

Altre tecniche sono, ad esempio:

  • Tecniche di Stretching passivo muscolatura anteriore e posteriore
  • Mobilizzazione dei distretti articolari con restrizione di movimento
  • KinesioTaping

L’esercizio è di fondamentale importanza per permettere all’atleta di ridurre i tempi di recupero.

Nelle fasi dolorose della patologia gli esercizi non devono coinvolgere direttamente l’articolazione del ginocchio.

  • Esercizi di mobilità attiva per tutti i distretti con restrizione di movimento che alterano in gesto dinamico (esempio: caviglia e anca)
  • Esercizi di rinforzo della muscolatura che controlla il ginocchio a livello dell’anca e della caviglia

La fisioterapia per il ritorno in campo

Una volta raggiunta la scomparsa del dolore è utile introdurre esercizi di rinforzo che coinvolgeranno il ginocchio con movimenti attivi come squat e varianti in isometrica (cioè in tenuta) ed eccentrica (cioè in frenata).

La progressione graduale di intensità e volume di esercizi deve essere guidata dalla completa remissione dei sintomi.

Ultima fase prima del ritorno in campo sarà strutturata con:

  • Esercizi dinamici di salto, accovacciata  e cambi di direzione con enfasi sulla fase eccentrica del movimento.
  • Progressivo aumento del volume di allenamento settimanale in accordo con l’allenatore.
  • Costruzione routine di riscaldamento e stretching pre e post allenamento.

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Daniele Matarozzo

Fisioterapista dal 2007, specializzato in Terapia Manuale e Manipolativa e in Fisioterapia per lo Sport. Dal 2015 al 2021 sono stato il fisioterapista della Nazionale Italiana di Pallavolo. Dal 2017 ho dato vita al Gruppo Fisio Salute, di cui sono co-titolare.

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