La dieta per l'ipotiroidismo: cosa mangiare

L'ipotiroidismo è una condizione spiacevole che può interessare molte persone. In questo articolo voglio spiegarti cosa sia, come insorge e quale sia l'alimentazione ideale per contrastare questo disturbo.

January 9, 2022
Nutrizione
Roberto Serreli

Che cos'è l'ipotiroidismo?

Si tratta di una condizione patologica che vede coinvolta la tiroide, una ghiandola endocrina a forma di “farfalla” posta nella parte anteriore del collo. In quanto ghiandola endocrina, la tiroide è addetta alla produzione di ormoni, ovvero sostanze che vengono riversate nel circolo sanguigno per andare ad espletare la loro funzione su determinati organi bersaglio. Nel caso specifico della tiroide si tratta di tri-iodotironina (T3) e tetra-iodotironina (T4), quest'ultima comunemente indicata come tiroxina.

Per il tramite di questi due ormoni, la tiroide assolve l'importante ruolo di controllare gran parte delle funzioni del nostro corpo, quell'insieme di reazioni che nel complesso costituiscono il “metabolismo”. È chiaro quindi che un cattivo funzionamento della stessa provocherebbe gravi danni a livello dei tessuti bersaglio con coinvolgimento sistemico dell'organismo.

Ed è questo che accade in caso di ipotiroidismo.

Come dice stesso il prefisso “ipo”, si tratta di uno scompenso della tiroide che determina una carenza nella produzione di ormoni tiroidei che non potranno dunque assolvere la loro funzione. Essendo la tiroide protagonista indiscussa del funzionamento corretto del nostro metabolismo, le principali conseguenze della condizione di ipotiroidismo consistono in un rallentamento di gran parte dei processi metabolici.

Quali sono le cause dell’ipotiroidismo?

l'ipotiroidismo vede un'eziologia piuttosto varia che va dalla presenza di patologie autoimmuni (pensa alla tiroidite di Hashimoto) all'incapacità della ghiandola pituitaria - meglio nota come ipofisi - di produrre l'ormone

TSH (ormone tireostimolante con la funzione di stimolare la tiroide), fino ad arrivare ai casi in cui è determinata dall'obbligata rimozione chirurgica della stessa per altre patologie.

Non mancano, inoltre, casi in cui ad indurre questa condizione sono proprio delle terapie farmacologiche quali per esempio l'assunzione di litio nel caso di problemi psichiatrici tanto quanto l'amiodarone utilizzato per il trattamento delle aritmie. Infine può essere dovuto alla carenza di iodio, elemento che costituisce parte integrante degli ormoni tiroidei che infatti nel nome ne portano le relative quantità costituenti - 3 atomi nel caso dell'ormone tri-iodotironina e 4 nel caso della tetra-iodotironina. Ed è proprio in questo specifico caso che intervenire a livello nutrizionale sarebbe indispensabile, ma non solo.

Quali sono i sintomi dell’ipotiroidismo?

i sintomi tipici presenti nella persona adulta che costituiscono per fortuna la maggioranza dei casi e che sicuramente interessa conoscere a te che leggi questo articolo. Si tratta di conseguenze meno gravi ma comunque molto importanti:

  • cute secca con capelli radi e sottili;
  • astenia quindi affaticamento fisico e debolezza muscolare cronica;
  • una facies - ossia un aspetto del volto caratteristico - con palpebre ristrette, sopracciglia sottili, lingua ingrossata e bocca semiaperta;
  • cute fredda e intolleranza alle basse temperature;
  • sonnolenza, letargia, depressione e rallentamento dei processi creativi;
  • deficit di memoria;
  • costipazione;
  • aumento del peso corporeo;
  • pallore e anemia;
  • raucedine e abbassamento del tono della voce;
  • flussi mestruali abbondanti;
  • crampi, rigidità e gonfiore articolare;
  • bradicardia, riduzione della forza contrattile del cuore e vasocostrizione;
  • aumento dei livelli di colesterolo (LDL) e trigliceridi nel siero, con conseguente e sensibile aumento del rischio di problemi cardiaci.
La sonnolenza è uno dei sintomi dell'ipotiroidismo

L’insorgenza dell’ipotiroidismo nel periodo prenatale o neonatale, i danni che ne derivano sono irreversibili con gravi alterazioni dello sviluppo corporeo e dello sviluppo cerebrale. Nel caso dell'adolescente si assiste anche ad un ritardo nello sviluppo sessuale.

Molti dei sintomi legati all’ipotiroidismo sono la diretta conseguenza del rallentamento del metabolismo cui consegue spesso un aumento di peso. È per questa ragione che è indispensabile per chi ne è affetto, seguire un regime alimentare volto al controllo del peso e conoscere quali sono gli alimenti che possono sopperire a questa mancata produzione ormonale.

Cosa si intende riguardo a dieta per l'ipotiroidismo?

Per quanto riguarda la prevenzione dell’ipotiroidismo è difficile parlare di prevenzione vera e propria ma, prestando la giusta attenzione alla dieta è possibile rallentare gli effetti legati alla sintomatologia della malattia. La più frequente causa nutrizionale legata all’insorgenza dell’ipotiroidismo è dovuta alla severa carenza dello iodio alimentare.

Il modo migliore per integrare iodio con la dieta è assumere sale iodato infatti la sua somministrazione abituale consente di raggiungere la quota minima giornaliera necessaria: il sale iodato contiene circa trenta volte la quantità di iodio presente nel comune sale da tavola.

Poi abbiamo il pesce di mare tra gli alimenti più ricchi (i crostacei addirittura presentano 300 mg di iodio per 100g), seguiti da alimenti con concentrazioni nettamente più basse tra cui spiccano le uova, carne e latte, infine il pesce di acqua dolce. Tuttavia non solo lo iodio è indispensabile per questa condizione, in quanto anche altri nutrienti, tra cui Zinco e Selenio, sono coinvolti nello svolgimento della corretta funzione tiroidea. 

A tal proposito, il Selenio è un antiossidante che assume un ruolo importante nella produzione degli ormoni tiroidei: è infatti un componente naturale degli stessi tessuti che costituiscono la tiroide. 

Gli alimenti ricchi in selenio sono tonno, gamberi, manzo, tacchino, pollo, prosciutto, uova, fiocchi d'avena, pane di farina integrale. Per ultimo, non per importanza, ricordiamo lo zinco che ha importanti effetti benefici sugli ormoni tiroidei e quindi indirettamente anche sul nostro metabolismo e che può essere assunto con ostriche, manzo, granchi, cereali, maiale, pollo, legumi, semi di zucca e yogurt.

Lo Yogurt è un alimento ricco di alimenti utili e nutrienti importanti

Accanto a questi nutrienti che coadiuvano la produzione di ormoni tiroidei, ce ne sono altri che invece interferiscono a danno della normale funzione tiroidea e che pertanto sarebbe meglio evitare.

Non è vietato assumere questi alimenti, ma una loro riduzione si è dimostrata altamente efficace nell'alleviare i sintomi della condizione.

È il caso degli alimenti contenenti soia, come dimostrato da uno studio clinico condotto su un caso di ipotiroidismo nel 2017, secondo cui una paziente aveva sviluppato ipotiroidismo in seguito ad un'assunzione massiva e costante di una bevanda salutare a base di soia, condizione migliorata in seguito alla sospensione della bevanda e al trattamento con farmaci sostitutivi dell'ormone tiroideo.

Al gruppo vanno aggiunti gli alimenti gozzigeni o anti-tiroidei, ossia tutti quelli che interferiscono con il normale metabolismo dello iodio, elementi che ritroviamo soprattutto nella famiglia delle crucifere (colza, cavoli, rape, crescione, rucola, ravanello, rafano) e nel latte delle vacche nutrite con questi vegetali.

In questo caso, come è facile constatare, si tratta di alimenti che normalmente apportano molti benefici alla salute e quindi le persone affette da ipotiroidismo possono continuare ad assumerli purché in quantità limitate. Secondo diversi ricercatori, infatti, riescono ad esercitare l'influenza negativa sulla produzione degli ormoni tiroidei solo in caso di assunzione eccessiva.

Inoltre, sembra che, a seguito dei processi di cottura, si abbia una disattivazione delle sostanze gozzigene contenute in questi alimenti.

Quali sono gli alimenti da evitare nella dieta per l'ipotirodismo?

Da evitare anche cibi processati tipici dei cosiddetti fast-food piuttosto che i ben noti prodotti dell'industria dolciaria che, in quanto ricchi di calorie ma poveri di valori nutritivi, favorirebbero un aumento di peso senza però apportare benefici nutrizionali.

Caso particolare è quello del Glutine in quanto, come già accennato, non di rado l'ipotiroidismo ha un'origine autoimmune o legami con patologie autoimmuni sottostanti. In questo contesto, una persona già affetta da ipotiroidismo sarebbe più predisposta nello sviluppo di patologie come la celiachia, condizione autoimmune indotta dalla somministrazione di glutine le cui ben noti fonti sono grano e cereali, con conseguente infiammazione cronica e danni all'intestino tenue. Non è ancora dimostrata una correlazione diretta ma è consigliabile seguire una dieta povera di glutine in pazienti con ipotiroidismo autoimmune.

Il glutine è un alimento a cui fare attenzione, per via delle sue implicazioni

Nella terapia dell’ipotiroidismo il farmaco d'elezione è l’Eutirox, il cui principio attivo, la levotiroxina sodica, altro non è che un prodotto di sintesi perfettamente uguale all'ormone T4 prodotto dalla ghiandola tiroidea.

Affiancato dalla triiodotironina, questo costituisce la base di una terapia sostitutiva altamente efficace che spiega come mai la medicina ufficiale non dia ancora la giusta importanza all'approccio nutrizionale nei confronti di questa condizione. Ovviamente con la tiroxina sintetica ritornano normali tutti quei valori alterati tra i quali figura anche il colesterolo alto, che, come già appurato, gli ormoni tiroidei hanno la funzione di controllare, regolando l'assetto lipidico e quello delle lipoproteine.

Un approfondimento a parte merita l'ipotiroidismo autoimmune indotto da tiroidite di Hashimoto, una patologia che colpisce fino al 15% della popolazione italiana.

Anche nota come tiroidite cronica autoimmune è dovuta ad un “attacco” da parte delle cellule del sistema immunitario di quelle della tiroide stessa, in quanto non riconosciute come antigeni “self” ma alla stregua di agenti estranei. Tutto ciò provoca un'infiammazione a carico della tiroide che di conseguenza comincia a funzionare male.

In questo caso si configura come ipotiroidismo subclinico in quanto i sintomi non compaiono in maniera netta ma in modo lento e progressivo senza destare sospetti. In questo caso quindi l'approccio terapeutico nutrizionale è volto in modo specifico nel limitare i sintomi infiammatori privilegiando quindi alimenti a basso indice infiammatorio. E questo evitando in primis tutti gli alimenti che contengono istamina che è nemica di tutte le condizioni autoimmuni a carattere infiammatorio: funghi, affettati, cacao, pesci conservati, formaggi stagionati e molti altri.

Ridurre latticini in quanto il lattosio è noto per infiammare la mucosa intestinale e il benessere intestinale è importante per limitare l'infiammazione. Infine fare attenzione allo iodio in quanto potrebbe sortire un effetto eccessivamente stimolante sulla tiroide e di conseguenza acutizzare l'effetto autoimmune. Questo caso va evidenziato in quanto, come visto in merito ai suggerimenti nutrizionali più comunemente diffusi per agli altri casi di ipotiroidismo, sono per tanti versi differenti se non addirittura opposti in questo specifico caso!!!

Questo dimostra nuovamente l'importanza di uno specialista nella formulazione di una dieta adeguata al singolo caso evitando assolutamente il fenomeno del fai da te.

Esistono diete adatte su internet per l'ipotiroidismo?

Non mancano su internet consigli di “menù settimanali” per la cura del gozzo (rigonfiamento tiroideo), anche questi da evitare assolutamente se non sono note con precisione le cause scatenanti.

Ad ogni modo, indipendentemente da quella che sia la causa scatenante di ipotiroidismo, appurato il rallentato metabolismo che comporta, si evince facilmente come un regime alimentare volto a mantenere un peso forma aiuterebbe significativamente a bilanciarne gli effetti, soprattutto se coadiuvato da una costante e corretta attività fisica.

Il messaggio da tenere sempre presente è evitare autodiagnosi e terapie fai da te, ma tenere sotto controllo il proprio organismo, ascoltarsi, ed eventualmente in caso di dubbi seguire delle semplici analisi per fugarli, non dimenticando che uno stile di vita sano è sicuramente utile per limitare l'insorgenza tanto di questa quanto di tante altre patologie.

Nel frattempo sapevi che anche i cani possono soffrire di ipotiroidismo? 

Conclusioni sulla dieta per l'ipotiroidismo

La dieta per l'ipotirodismo è un cambiamento molto netto sul tipo di alimentazione che dobbiamo tenere. Per questo motivo è fondamentale farsi seguire da un nutrizionista esperto che possa aiutarci ad ottenere i risultati sperati.

Bibliografia

Roberto Serreli

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