Dieta per il reflusso gastroesofageo: basta bruciori!

Il reflusso gastroesofageo è una condizione caratterizzata da sintomi come rigurgito, tosse e dolore toracico. E’ la patologia più frequente del tratto digestivo superiore, infatti si stima che circa il 10-20% della popolazione europea ne soffra. In questo articolo ti spiegherò quali sono le cause principali del disturbo e quali indicazioni alimentari seguire per ridurre l’infiammazione.

January 9, 2022
Nutrizione
Tiziana Ferretti

Malattia da reflusso gastroesofageo

Innanzitutto è opportuno chiarire cosa si intenda per reflusso gastroesofageo e quando si può parlare di vera e propria malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE o GERD).

Il reflusso gastroesofageo consiste nel passaggio del contenuto gastrico, dallo stomaco all’esofago. Si tratta di un processo che avviene fisiologicamente anche in soggetti sani, soprattutto dopo i pasti.

Si parla di malattia quanto questo evento è caratterizzato da eccessiva frequenza o durata.

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La malattia da reflusso gastroesofageo è anche denominata GERD (Gastro-Esophageal Reflux Disease).

Le principali cause del disturbo sono:

  • Ernia iatale, come vedremo tra poco
  • Obesità , a causa dell’aumento della pressione addominale
  • Fumo, la nicotina rilascia lo sfintere esofageo e quindi favorisce il ritorno dei succhi gastrici
  • Gravidanza, a causa dell’aumento della pressione addominale
  • Utilizzo di alcuni farmaci: statine, FANS (aspirina, paracetamolo, ketoprofene, ibuprofene), TCA (antidepressivi triciclici).

Ma cos’è l’ernia iatale?

Ernia iatale: il primo fattore di rischio per la malattia da reflusso gastro-esofageo

Si tratta di una problematica piuttosto comune come causa di reflusso gastro-esofageo.  

Consiste nello scivolamento di una porzione dello stomaco all’interno del torace (attraverso un foro nel diaframma chiamato iato esofageo). Normalmente si diagnostica con una gastroscopia.

L’ernia iatale può causare sintomi di vario genere:

  • Pirosi (dolore retrosternale)
  • Sindrome da “intrappolamento d’aria”
  • Dolore toracico non cardiaco (che a volte porta a correre al pronto soccorso!)

Spesso è anche asintomatica, ma non per questo va sottovalutata: l’ernia iatale è il primo fattore di rischio per sviluppare MRGE (malattia da reflusso gastro-esofageo).

Ciò significa che, chi soffre di ernia iatale, ha un’alta probabilità di sviluppare anche MRGE.

Inoltre, se non trattata, può portare allo sviluppo di complicanze:

  • Bruciore di stomaco cronico
  • Infiammazione cronica del tratto inferiore dell’esofago (esofagite da reflusso)
  • Anemia, causata dal sanguinamento esofageo
  • Ulcere e restringimento dell’esofago, con conseguenza disfagia (difficoltà di deglutizione)
  • Tosse cronica, a causa delle secrezioni che risalgono nell’esofago, nella faringe, laringe, trachea e anche nei polmoni, portando a polmoniti.

E’ quindi importante identificare il disturbo il prima possibile al fine di evitare problematiche più complesse da gestire.

I sintomi da reflusso gastroesofageo

I sintomi più comuni causati da questa problematica sono:

  • pirosi – ovvero dolore retrosternale
  • rigurgito,
  • dolore toracico,
  • tosse,
  • laringite,
  • sinusite,
  • disfonia,

Spesso Alcuni di questi disturbi vengono individuati da specialisti come otorinolaringoiatra, in particolare, in caso di sinusite, laringite o disfonia.

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Uno dei più comuni sintomi del reflusso gastroesofageo è la laringite. La causa è la risalita dei succhi gastrici acidi lungo il tratto esofageo

E’ molto importante non sottovalutare la problematica perché potrebbero verificarsi complicanze come esofagite, adenocarcinoma, esofago di Barret, fibrosi polmonare, otite o tubotimpanite.

Esofagite

Si tratta di un processo infiammatorio, acuto o cronico, che interessa la mucosa che riveste il lume esofageo.

È la complicanza più comune del reflusso gastrico, ma può essere anche infettiva (micotica, virale o batterica), da allergia oppure legata all’uso di farmaci quali chemioterapici o ad altre patologie (morbo di Crohn, lichen, sclerodermia).

Porta a:

  • Disfagia (deglutizione difficoltosa)
  • Odinofagia (deglutizione dolorosa)
  • Nausea, vomito
  • Tosse
  • Riduzione dell’appetito.

Anche l’ “Esofago di Barret” è una complicanza da non sottovalutare.

Esofago di Barrett

Quando il reflusso di acido, bile o di enzimi digestivi avviene in maniera cronica, può dare luogo ad una lesione esofagea precancerosa che prende il nome di esofago di Barrett.

Si modifica l’epitelio fisiologica, con una trasformazione delle cellule da una forma stratificata ad una struttura colonnare, che servirebbe da “protezione” della sottile mucosa.

L’esofago di Barrett, se non trattato, potrebbe diventare una displasia leggera o anche un adenocarcinoma.

Reflusso gastroesofageo e meteorismo

Spesso la cattiva funzionalità dello stomaco compromette anche l’attività intestinale.

Pertanto, soggetti che soffrono di reflusso gastrico, esofagite o ernia iatale possono sviluppare meteorismo anche nella zona più bassa dell’addome.

Questo sintomo è anche un effetto collaterale dei farmaci inibitori della pompa protonica (es. pantoprazolo, omeprazolo ecc.), spesso prescritti per proteggere la mucosa gastrica.

Reflusso, esofagite, ernia iatale: indicazioni alimentari

È fondamentale far strutturare dal nutrizionista un piano alimentare personalizzato, basato sui sintomi e sulle esigenze del singolo paziente.

Le diete “ad eliminazione” sono da sconsigliare, soprattutto se sono “fai da te”, ma di seguito puoi trovare delle linee guida generiche che possono aiutarti nella correzione delle tue abitudini alimentari.

Quali Alimenti evitare in caso di reflusso, ernia iatale, esofagite:

Se presenti uno dei seguenti disturbi sarebbe consigliato evitare questi alimenti in quanto irritanti e di conseguenza potrebbero peggiorare la tua condizione.

  • Alcol
  • Zuccheri semplici: Soprattutto dolci da forno, creme, biscotti e zucchero. (NOTA: i carboidrati in generale, anche gli amidi, vanno dosati e bilanciati nel piano alimentare per evitare i fenomeni fermentativi. D’altro canto, liberano lo stomaco molto velocemente quindi un pasto serale a base di carboidrati può risultare meno impegnativo per lo stomaco.)
  • Pane ricco di mollica
  • Bibite gassate
  • Caffeina (presente nel caffè ma anche nel the)
  • Cioccolato
  • Menta e altre spezie piccanti, che possono irritare la mucosa (pepe, peperoncino, curcuma)
  • Latte intero e burro e, in generale, gli alimenti molto grassi
  • Fritture, per l’eccesso di lipidi
  • Lunghe cotture di carne (bolliti, spezzatini e stufati)
  • Arancia e agrumi in generale, pomodoro, ananas, mela, ciliegie, uva che con la loro acidità possono disturbare una mucosa già infiammata
  • Alimenti molto caldi o molto freddi
  • Verdure frullate (contengono “bollicine” che possono dare gonfiore)
  • Brodi e zuppe.

Se presenti disturbi infiammatori generici, ti consiglio di leggere questo articolo.
E’ spiegato molto bene quali alimenti sono considerati infiammatori e quali consigli seguire per ridurre la sintomatologia.

Quali alimenti prediligere?

  • Proteine nobili (pesce, carne, uova), per la loro capacità di stimolare il tono dello sfintere esofageo, riducendo gli episodi di reflusso, e per la loro bassa capacità fermentativa. In particolare, per la carne scegliere tagli sottili e cotture veloci. Non abbinare proteine di diverso tipo.
  • Moderate quantità di olio extravergine di oliva, da usare a crudo ma anche per cucinare (aumento della scivolosità del bolo)
  • Fibre solubili, per ridurre la fermentazione
  • Vellutata di ceci o di lattuga o di carota, in particolare prima del pasto, per lubrificare il lume
  • Verdura cotta al vapore (lattuga, bietola, zucchine, melanzane, spinaci conditi con un filo d’olio).
  • Verdura trifolata, ripassata in padella bassa e larga, o fritta con una leggerissima panatura (es. cicoria, agretti, carciofi e cardi che stimolano il fegato). Questo tipo di preparazione riduce l’acqua di vegetazione, al fine di non dilatare troppo lo stomaco.
  • Frutta “scivolosa”, come banana o pera
  • Miele, per la sua azione lenitiva
  • Tisana di malva o camomilla, da bere lontano dai pasti e da preparare come spiegato di seguito.

In questa infografica puoi scaricare un riassunto riguardo gli alimenti consentiti e non, di modo che potrai orientarti più facilmente.

Alimenti per il reflusso gastroesofageoScarica l’infografica

La fitoterapia, ovvero l’utilizzo di piante per la cura delle malattie, è molto utile per ridurre la sintomatologia.

Perché La Malva e la Camomilla?

Quali proprietà ha la Malva?

Le sue foglie sono ricche di mucillagini in grado di formare un film protettivo vischioso, emolliente e antinfiammatorio sui tessuti molli con i quali viene in contatto proteggendoli da agenti irritanti. La malva è ricca di principi calmanti.

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Il decotto alla Malva è sicuramente un ottimo rimedio naturale per disturbi infiammatori

Decotto: 1 cucchiaio raso di foglie di malva, 1 tazza d’acqua. Versare le foglie e i fiori nell’acqua fredda. Accendere il fuoco e portare a ebollizione. Far bollire ancora qualche minuto, spegnere, coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infuso e berlo tiepido al mattino e prima dei pasti.

e la Camomilla?

Ha proprietà antinfiammatorie, spasmolitiche e lenitive.

Infuso: 2 cucchiai di fiori essiccati e 2 tazze di acqua. Far bollire l’acqua, spegnere e lasciare in infusione i fiori per cinque/sette minuti. Filtrare e bere tiepida una tazzina prima dei pasti.

Esempio di dieta per reflusso gastroesofageo ed esofagite da reflusso

Considerando gli alimenti consentiti, ecco un esempio di dieta per il reflusso gastroesofageo e per l’esofagite da reflusso.

La dieta riportata non sostituisce la cura, è sempre consigliato rivolgersi prima ad un medico e successivamente ad un esperto della nutrizione.

La dieta in FASE ACUTA:

Colazione: Tisana alla malva a temperatura ambiente con miele + fette biscottate integrali + 1 vasetto di yogurt magro non freddo

Merenda: 1 pera a pezzettini

Pranzo: vellutata di ceci con olio e.v.o. a crudo + carpaccio di manzo + zucchine al vapore

Spuntino: 1 banana a pezzetti

Cena: lattuga al vapore + riso basmati con olio a crudo + piccola porzione di merluzzo cotto al vapore (massimo 120 gr)

La dieta in FASE CRONICA:

Colazione: Tisana alla malva a temperatura ambiente con miele + pane tostato + prosciutto crudo

Merenda: mandorle pelate

Pranzo: 1 carota cruda + filetto di orata in padella + cicoria ripassata + pane tostato

Spuntino: 1 yogurt magro non freddo + 2 fette biscottate

Cena: Mezzo finocchio crudo + 2 uova alla coque con tuorlo poco cotto + indivia ripassata in padella oppure finocchio crudo + riso basmati con zucchine trifolate

La dieta serale: Integra i carboidrati

Ci terrei a precisare, come puoi notare dalle indicazioni sopra, come per cena sia consigliato inserire i carboidrati e ridurre le proteine.

Anche se, come detto precedentemente, i carboidrati vanno tenuti sotto controllo per la loro capacità fermentativa, questi “lasciano” lo stomaco più velocemente delle proteine.

Di conseguenza, spesso alla sera può avere senso diminuire la dose proteica (che comunque sarà ben presente nel resto della giornata), perché la priorità nell’orario serale non è tanto limitare la fermentazione quanto favorire lo svuotamento gastrico, per poter andare a letto meno appesantiti.

Queste scelte ovviamente possono essere differenti a seconda dei singoli casi e dei sintomi specifici di ognuno.

Qui, puoi scaricare la dieta per il reflusso gastroesofageo, tenendo in considerazione che non sostituisce la cura.

Dieta-per-il-reflusso-gastroesofageoScarica l’infografica

Reflusso gastroesofageo, non solo “alimenti si/no”!

Non sempre, queste problematiche sono direttamente correlate all’abuso di alcuni alimenti o farmaci.

Bisogna tenere in considerazione anche questi elementi, legati allo stile di vita e alle abitudini in generale:

  • Fumo e alcol: aumentano l’infiammazione a livello dell’apparato digerente, peggiorando notevolmente la salute delle mucose.
  • Eccesso di grasso addominale: è fortemente correlato alle problematiche gastriche. Una dieta ben strutturata dovrà tenere conto dell’eventuale necessità di dimagrire perdendo grasso viscerale. In questo percorso, sarà fondamentale il mantenimento della massa muscolare, in modo da non indebolire le strutture di contenimento diaframmatiche.
  • Orario dei pasti: se ci si sdraia o si fanno sforzi intensi subito dopo il pasto, si rischia di stimolare il reflusso acido.
  • Stimolazione dello svuotamento gastrico: può essere utile passeggiare 20-30 minuti dopo i pasti.
  • Tipologia di pasto: indipendentemente dagli alimenti usati, alle volte il problema sta nel condimento, nell’associazione di alcuni alimenti o nel tipo di cottura.
  • Frequenza dei pasti: tante ore di digiuno possono portare a sviluppare acidità. Meglio inserire degli spuntini a metà mattina e pomeriggio.
  • Quantità di cibo ingerito: grossi boli di cibo possono stimolare maggiormente il ritorno acido.
  • Masticazione e dentizione: la digestione inizia dagli enzimi presenti nella saliva. È importante spezzettare bene il cibo, masticando lentamente, e bagnarlo molto bene con la saliva. Inoltre, questa sostanza ha anche proprietà lenitive, cicatrizzanti e disinfettanti utili alla mucosa lesa/infiammata.
  • Velocità nel consumare il pasto: se si tende a mangiare molto velocemente, la fase orale (masticazione e insalivazione) non sarà completa e si tenderà inoltre a riempire di aria lo stomaco, favorendo il reflusso gastroesofageo.
  • Tensione mentre si consuma il pasto: un ambiente di lavoro o familiare stressogeno possono alterare i meccanismi di digestione.
  • Dormire sul fianco sinistro e con la testa leggermente sollevata può aiutare a sfavorire gli episodi notturni di reflusso.

Per tenere conto di tutti questi aspetti, è fondamentale affidarsi ad un nutrizionista per strutturare un piano alimentare adeguato e il più possibile bilanciato.

Conclusioni sulla dieta per il reflusso gastroesofageo

Spero tu abbia capito quanto sia importante non sottovalutare questa problematica e quanto sia importante l’alimentazione per combattere i sintomi e tornare in Salute.

Spesso ci si affida a una dieta “fai da te” che può portare a dimagrimento incontrollato (perdita di massa muscolare) e a forti carenze legate all’eliminazione di alcuni alimenti.

Ma ancora più pericolose, sono le diete “commerciali” e senza base scientifica (ad esempio, dieta Mozzi o dieta Lemme), che mirano a catturare l’attenzione in quanto molto “alternative”, ma che in realtà possono portare allo sviluppo di importanti problematiche.

Non tengono conto, infatti, delle eventuali patologie e delle esigenze specifiche dell’individuo, in quanto non personalizzate e tendenzialmente molto sbilanciate.

Bibliografia

Tiziana Ferretti

Laureata triennale in Scienze Biologiche e laureata magistrale in Biologia applicata alle Scienze della Nutrizione presso l’Università degli studi di Milano. Regolarmente iscritta all’Ordine dei Biologi, ha inoltre conseguito il titolo di Expert in Sport Nutrition presso SANIS (Scuola di Nutrizione e Integrazione nello Sport), nella sede di Pavia.

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