Il dolore nella pallavolo

Il dolore rappresenta una spiacevole sensazione che si verifica abbastanza frequentemente nel corso della carriera di un atleta. Essendo associato ad un infortunio sportivo, esso interferisce profondamente con la performance sportiva.

December 20, 2021
Fisioterapia
Daniele Matarozzo

Il dolore acuto

Il dolore non costituisce unicamente un’esperienza negativa: infatti esso è un segnale di allarme per il nostro organismo, il quale avverte di un imminente pericolo. Per tale motivo, non dovrebbe essere mai sottovalutata la presenza della sintomatologia dolorosa.

In base alla durata della sintomatologia, il dolore viene suddiviso in acuto e cronico; quello acuto può essere distinto in tre tipologie:

  • Nocicettivo: è il dolore che si prova a seguito alla lesione di un tessuto. Cellule specializzate (nocicettori), una volta stimolate, trasmettono il segnale dolorifico al cervello.

Questo è il dolore più comunemente associato ad infortunio sportivo: un tipico esempio è quello che si prova ad un dito della mano durante il muro, quando viene colpito in malo modo dalla palla.

  • Infiammatorio: è causato dall’attivazione e/o sensibilizzazione dei nocicettori da parte di mediatori infiammatori. Il processo infiammatorio agisce riducendo la soglia di attivazione di  queste cellule recettoriali. In sostanza, è come se l’allarme (il dolore) scattasse per uno stimolo minore rispetto a quello solitamente necessario per attivarlo.

Nello sport, è generalmente associato ad un trauma che comporta gonfiore ed infiammazione: il tipico esempio è rappresentato dalla distorsione di caviglia.

  • Neuropatico: è causato dalla lesione o da patologie del sistema nervoso sensitivo. Tipico esempio è il dolore che coinvolge atleti paraolimpici con lesione del midollo spinale.

Il dolore cronico

Il dolore cronico è invece causato dal sovrapporsi di diverse condizioni nocicettive/infiammatorie/neuropatiche.

Alcune teorie sostengono che il dolore cronico sia quello che dura da più di sei mesi. In realtà, questa classificazione è stata abbandonata, poiché ad oggi si tende più che altro a considerare come cronico quel dolore che non passa una volta che il tessuto originariamente danneggiato si è riparato a dovere.

Ad esempio, per una piccola distorsione dell’articolazione di un dito della mano dopo una pallonata a muro, non è normale avere dolore per 4 o 5 mesi. In questo caso, si potrebbe già parlare di dolore cronico (che è comunque gestibile, ci tengo a sottolinearlo).

Infortunio e dolore sono la stessa cosa?

È importante sottolineare che un infortunio può avvenire senza che si manifesti necessariamente il dolore, e viceversa il dolore può insorgere senza un chiaro infortunio.

Da ciò ne consegue che la gestione del sintomo doloroso non corrisponda necessariamente alla gestione dell’infortunio.

Il trattamento del dolore nella pallavolo

Il trattamento prevede l’utilizzo di farmaci antalgici, ovvero specifici nel ridurre o spegnere la trasmissione nervosa dello stimolo dolorifico.

La prescrizione dei farmaci rappresenta solo una componente della gestione del dolore: associare trattamenti non farmacologici alla somministrazione di antidolorifici riduce significativamente la disabilità ed aumenta le probabilità di un rapido recupero e di ritorno in campo.

I farmaci possono essere una valida risorsa, ma attenzione a non abusarne!

L'utilizzo dei farmaci

Nel trattamento farmacologico bisogna seguire alcuni principi:

  • Il farmaco dovrebbe essere assunto alla dose efficace minore (cioè la dose più bassa possibile in grado di essere efficace).
  • Deve essere sospeso immediatamente se il dolore è scomparso, oppure se il farmaco non funziona o non è tollerato dall’atleta.
  • La somministrazione del farmaco deve essere eseguita da un medico il quale conosce principi di farmacodinamica: vie di somministrazione, tempistica di effetto, efficacia, reazioni avverse od effetti collaterali, controindicazioni.
  • La somministrazione dei farmaci deve rispettare le regolamentazioni internazionali antidoping, definite dalla WADA (World Anti-Doping Association)
  • Il farmaco non deve essere somministrato per prevenire l’insorgenza di dolore.

Il giorno dell’infortunio, diversi farmaci possono essere somministrati: Paracetamolo (cioè la Tachipirina), Aspirina, od altri FANS (antinfiammatori non steroidei, come Ibuprofene, Naprossene, Ketorolac, Celecoxib, Eterocoxib).

Di recente, sono stati proposti terapie locali con canfora, mentolo o capsaicina (principio attivo del peperoncino).

Nei casi più gravi, questi farmaci possono essere anche somministrati mediante iniezioni così come sono indicati trattamenti con anestetici locali.

Al contrario, nei giorni successivi all’infortunio, in caso di dolore lieve o moderato può essere proseguita la terapia con Tachipirina, FANS oppure possono essere eseguite infiltrazioni di cortisonici (intra-articolari, borsali, peritendinee, …) o di altre sostanze mediante la mesoterapia.

Nel caso di dolore grave è utile considerare l’assunzione di oppioidi: Codeina, Tramadolo, Ossicodone (a tal riguardo, ricordiamo che alcune di queste sostanze sono inserite nella lista dei trattamenti dopanti).

La gestione del dolore senza farmaci

Nella gestione del dolore, è consigliato includere trattamenti non farmacologici sia nelle prime fasi sia dopo la risoluzione della fase acuta. Ad esempio:

  • terapie fisiche (che ti elenco tra poco)
  • rinforzo muscolare (finalizzate ad incrementare la forza o la resistenza dei muscoli colpiti dal problema o da quelli che possono aiutare nel recupero)
  • correzione di scompensi o fattori biomeccanici (ad esempio l’utilizzo di bendaggi, tutori, stampelle)

Differenti terapie fisiche e massaggi hanno tradizionalmente rappresentato la pietra angolare del trattamento antidolorifico.

Le terapie fisiche più comunemente indicate, la cui efficacia è supportata da ampia letteratura, sono:

  • Laser terapia
  • TECAR terapia
  • TENS, ultrasuoni e ionoforesi (queste ultime, molto datate, ormai vengono proposte raramente poiché superate da terapie più innovative e potenti).

Recentemente, anche la crioterapia ha avuto sempre più diffusione tra gli atleti.

Tecniche di massaggio e trattamenti miofasciali possono essere inclusi nel trattamento antidolorifico in quanto possono risolvere fattori causali.

Il massaggio può essere una valida tecnica per affrontare il dolore

Il movimento come cura per il dolore

Oltre alle terapie fisiche, il movimento e l’esercizio sono fondamentali nella gestione del dolore.

Il rinforzo muscolare ed il ricondizionamento fisico sono efficaci tanto quanto le altre terapie: poiché incrementano la soglia di attivazione dei nocicettori, non sono solo indicati nel trattamento bensì anche nella prevenzione della sintomatologia dolorosa (per esempio, nell’osteoartrosi o nella fibromialgia).

L’esercizio fisico induce la produzione di sostanze particolari, dette oppioidi endogeni, (le endorfine, di cui forse avrai sentito parlare), che attivano segnali nervosi antidolorifici ed incrementano uno stato antinfiammatorio dell’organismo umano.

Correre, così come tutto l'esercizio aerobico, ha il potere di far rilasciare le endorfine al nostro cervello. Hai mai sentito parlare dell'ebbrezza del corridore, o "runner's high"?

Un esempio è rappresentato dagli esercizi isometrici nel trattamento delle tendinopatie: più di esercizi isotonici o isocinetici, è dimostrato che gli esercizi isometrici riducono l’attivazione del sistema nervoso a stimoli dolorifici (down-regulation).

Posso fare altro per combattere il dolore?

Anche il sonno e la nutrizione influiscono profondamente sul dolore.

Il dolore disturba il riposo notturno, così come scarse qualità o durata del sonno incrementano la sensazione dolorosa riducendo la soglia di attivazione dei nocicettori.

Per questo motivo, nel trattamento possono essere incluse terapie cognitive-comportamentali, tecniche di ipnosi nonché tecniche di rilassamento e riduzione dello stress.

Il dolore persistente è influenzato da carichi di molecole pro-infiammatorie, e pertanto la nutrizione riveste un ruolo importante nel trattamento.

Pur premettendo che non vi siano evidenze scientifiche che l’alimentazione possa contribuire al trattamento del dolore, alcuni esperti sconsigliano l’assunzione di alimenti pro-infiammatori (per esempio, la carne rossa o i latticini) durante le prime fasi del dolore, preferendo alimenti ricchi di antiossidanti (frutta e verdura) così come un adeguato introito di acqua. Non vi è evidenza che gli integratori debbano essere raccomandati nel trattamento del dolore.

Infine, il trattamento del dolore dipende anche dall’individuazione dei fattori biologici, psicosociali e contestuali che contribuiscono alla sua insorgenza: queste terapie vengono definite cognitive-compartimentali.

Immediatamente dopo l’infortunio, possono essere intraprese strategie mirate

  • al consolidamento dei punti di forza psicologici (self-statement),
  • al rilassamento muscolare e/o mentale,
  • all’identificazione e l’affrontare le paure dell’atleta.  

Allo stesso tempo, dovrebbe essere individuato ed affrontato ogni disturbo e difficoltà mentale/comportamentale che possa influenzare il recupero ed il ritorno all’attività sportiva, con l’aiuto di professionisti specializzati.

Se anche tu vuoi capire come combattere al meglio il tuo dolore, durante o dopo un infortunio, contattaci: siamo qui per aiutarti a tornare al top nel modo migliore!

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Daniele Matarozzo

Fisioterapista dal 2007, specializzato in Terapia Manuale e Manipolativa e in Fisioterapia per lo Sport. Dal 2015 al 2021 sono stato il fisioterapista della Nazionale Italiana di Pallavolo. Dal 2017 ho dato vita al Gruppo Fisio Salute, di cui sono co-titolare.

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