Elettroterapia antalgica: cos'è ed a cosa serve
L’elettroterapia antalgica è la somministrazione di energie fisiche a scopo terapeutico.
Tale parte della medicina riabilitativa, sempre più sofisticata grazie ai progressi tecnologici, mette a disposizione dell’operatore mezzi efficaci da affiancare alla terapia manuale, nonché al vasto universo dell’esercizio terapeutico e della cinesiterapia.
Con il termine elettroterapia si intende la somministrazione di correnti con la finalità di stimolazione neuromuscolare o antalgiche, come la TENS; per questo viene spesso definita elettroterapia antalgica.
In questo articolo ti parlerò delle diverse modalità di somministrazione della corrente a scopo terapeutico, concentrandomi maggiormente sulle differenze tra TENS e ionoforesi, che sono le modalità maggiormente utilizzate.
Ti mostrerò le apparecchiature e ti indicherò quando sono indicate e quando invece è meglio evitare il loro utilizzo.
Gli effetti dell’elettroterapia sull’organismo
L’elettroterapia è una tecnica terapeutica che si basa sull’utilizzo dell’energia elettrica. Possono essere utilizzate due diverse modalità di applicazione della corrente:
- Continua o galvanica, utilizzata per far diffondere i farmaci ionizzanti ai tessuti corporei da trattare. Questo meccanismo è sfruttato dalla ionoforesi e prende anche il nome di elettroterapia antalgica.
- Alternata, ha la capacità di provocare la contrazione di un muscolo o di alcune fibre muscolari. Viene utilizzata in caso di dolore muscolare o nervoso.
La terapia con correnti elettriche produce quattro tipologie di effetti sull’organismo:
- Effetto chimico: questo effetto viene sfruttato per veicolare i farmaci ionizzabili all’interno dell’organismo attraverso una particolare tecnica chiamata ionoforesi.
- Iperemia: la corrente genera vasodilatazione. Sulla cute vengono stimolate le fibre nervose simpatiche e questo provoca arrossamento superficiale; in profondità invece il riscaldamento dei tessuti provoca un aumento del metabolismo tissutale. Questo significa che arriveranno maggiori sostanze nutritive e si elimineranno con maggiore efficacia i prodotti di scarto.
La vasodilatazione profonda si instaura più lentamente rispetto a quella superficiale, ma è più duratura.
- Effetto antalgico: questo si realizza grazie ad una serie di meccanismi:
- Vasodilatazione, che porta alla rimozione delle sostanze infiammatorie
- Iperpolarizzazione della membrana, che comporta un innalzamento della soglia di eccitazione delle fibre nervose e dei nocicettori, rendendo più difficile la trasmissione degli impulsi dolorifici
- Gate-control, per capire bene questo meccanismo ti consiglio di leggere l’articolo sulla TENS che ho scritto per questo sito.
- Liberazione delle endorfine
- Effetto eccitomotorio: può essere prodotto direttamente sul muscolo grazie alla stimolazione del motoneurone.
Quando utilizzare le correnti antalgiche
L’utilizzo delle correnti antalgiche è molto indicato in presenza di:
- Atralgie sia artrosiche che post-traumatiche
- Mialgie, cioè dolore ai muscoli
- Tendiniti
- Dolori radicolari
Controindicazioni delle correnti antalgiche
Qui di seguito ti indico invece quando sarebbe meglio non utilizzare l’elettroterapia in quanto risulterebbe una controindicazione:
- Presenza di pace-maker
- Protesi articolari
- Osteosintesi metalliche
- Lesioni della cute
- Ipoestesia cutanea, cioè disturbi della sensibilità
- Epilessia
- Spasticità
- Gravidanza
Classificazione delle correnti
Le correnti che vengono utilizzate nell’elettroterapia possono essere suddivise in due grandi filoni:
- Correnti antalgiche
- Correnti eccitomotorie
Tra le correnti antalgiche, che andranno a costituire l’elettroterapia antalgica, troviamo:
- Galvanizzazione (corrente continua)
- Ionoforesi (corrente continua)
- Diadinamiche
- TENS
- Micro corrente (MET)
Fanno invece parte delle correnti eccitomotorie:
- Faradica
- Corrente di Kotz
- FES
In questo articolo ti parlerò principalmente delle correnti antalgiche, cioè quelle che vengono utilizzate per andare a ridurre il dolore.
Non tratterò invece la galvanizzazione perché è ormai una tecnica obsoleta, ma volevo comunque inserirla nell’elenco così che tu possa conoscere la sua esistenza.
Ionoforesi
La ionoforesi è la terapia antalgica che permette di introdurre un farmaco all’interno del nostro corpo attraverso l’epidermide; il farmaco passerà attraverso i dotti piliferi e le ghiandole sudoripare. Sono in grado di penetrare nei tessuti solo quei farmaci che, posti in soluzione acquosa, si ionizzano.
Per fare ciò viene utilizzata una corrente continua, definita anche galvanica prodotta con questo macchinario:
La ionoforesi è una metodica da non sottovalutare in quanto garantisce l’assunzione di farmaci senza effetti collaterali, cosa che non si può dire con l’assunzione di farmaci per via orale, intramuscolare ed endovenosa. In questi casi, infatti, possono svilupparsi danni a organi o tessuti.
Inoltre con la ionoforesi siamo in grado di applicare il farmaco direttamente nella zona da trattare. Questo avviene grazie alla corrente continua che passa da un elettrodo all’altro.
In questo modo il farmaco non arriverà mai ad organi non interessati come stomaco, fegato e reni (cosa che avviene, ad esempio, con la somministrazione orale dei farmaci).
Ma in sostanza, cosa fa il fisioterapista?
Il fisioterapista applicherà sulla zona della tua cute da trattare un elettrodo sul quale ha spalmato la fiala di medicinale, e, ad una distanza di circa 20 cm, un secondo elettrodo di polarità opposta.
La seduta durerà dai 20 ai 30 minuti ed è una tecnica completamente indolore.
È indicata in caso di:
- Artrosi
- Artrite
- Sciatalgia
- Lombalgia
- Strappi muscolari
- Iperidrosi di mani, piedi, ascelle e volto
- Cellulite, per ridurla. La ionoforesi viene utilizzata infatti anche in medicina estetica
Corrente diadinamica
La terapia con corrente diadinamica sfrutta correnti formate da onde con impulsi unidirezionali e sempre positivi. L’utilizzo delle correnti diadinamiche porta ad effetti antalgici, trofici ed eccitomotori.
Il fisioterapista posizionerà sulla tua cute due elettrodi di grandezza variabile in base alla zona da trattare. L’elettrodo attivo viene posizionato sulla zona dolorosa, e l’altro viene messo nelle vicinanze.
Le diverse combinazioni di impulsi di correnti diadinamiche danno origine a diversi tipi di correnti:
- La corrente diadinamica monofase: che viene utilizzata per il trattamento dell’edema, della cellulite e nei casi in cui si desideri stimolare il tessuto connettivo. L’effetto antalgico è tardivo, ma anche più prolungato.
- La corrente diadinamica difase: in questo caso l’effetto antalgico avviene subito ma dura molto meno rispetto a quello che otteniamo con la monofase. È molto indicata nel caso di disturbi vascolari come il morbo di Raynaud e, in associazione alla monofase, anche nel trattamento dell’algodistrofia.
- Il periodo corto: viene utilizzato nel trattamento del dolore dovuto a infiammazione di tendini, capsula articolare e tessuti molli o nel caso in cui ci sia stato un trauma.
- Il periodo lungo: viene utilizzato in caso di dolore muscolare o radicolare come mialgie, sciatalgie e brachialgie.
Le sedute sono di breve durata, non superano i 10 minuti, e l’intensità della stimolazione varia a seconda della sensazione riferita dal paziente.
Elettroterapia antalgica TENS
L’acronimo TENS indica Stimolazione Elettrica Nervosa Transcutanea. Se ti sottoponi ad una seduta di TENS terapia, il fisioterapista applicherà sulla tua cute degli elettrodi che permettono il passaggio della corrente elettrica a bassa tensione.
Non preoccuparti perché la TENS terapia è indolore, sentirai solo un leggero formicolio.
Inoltre il fisioterapista può regolare in ogni momento ampiezza, frequenza ed intensità dell’impulso, in base alle tue sensazioni. Quindi la TENS terapia è molto personalizzabile.
Una seduta di TENS terapia mediamente ha una durata di 30 – 40 minuti ed è indicata in caso di:
- Disturbi articolari (osteoartrite del ginocchio, sindrome femoro rotulea, artrosi)
- Dolori radicolari
- Nevralgie
- Artrite reumatoide
- Algie da tendiniti
- Dolore al moncone di amputazione e dolore post operatorio
- Algie in patologie vascolari
- Cefalea ed emicrania
- Dolore lombare
Le controindicazioni legate alla TENS terapia sono invece:
- Presenza di ferite sulla cute
- Pazienti cardiopatici e portatori di pacemaker
- Chi soffre di disturbi di sensibilità
- Donne in stato di gravidanza
- Soggetti che soffrono di epilessia
Microcorrente (MET)
Le microcorrenti vengono anche definite con l’acronimo MET (Micro Current Electrical Stimulation).
Sono state scoperte solo nel 1995 grazie a Joseph Mercola e Daniel Kirsch. Sono correnti di intensità molto bassa, molto leggere che non vengono percepite dal paziente.
Fanno parte dell’elettroterapia antalgica in quanto la loro applicazione favorisce:
- La riduzione dell’edema perché aumentano l’assorbimento dei fluidi dallo spazio interstiziale e stimolano il drenaggio linfatico
- Un’azione antidolorifica, perché tendono a propagarsi attraverso i vasi sanguigni dove la resistenza elettrica è minima. Nei capillari quindi migliora il flusso sanguigno e i cataboliti sono allontanati più velocemente.
Vengono utilizzate principalmente per:
- Ridurre il dolore sia acuto che cronico
- Ottenere una rapida guarigione di ferite
- Produrre fibre collagene che favoriscono l’elasticità della pelle. Per questo vengono utilizzate anche in ambito di medicina estetica.
In conclusione si può affermare che le MET sono:
- Sicure: il paziente non percepisce nessun fastidio; non ci sono effetti collaterali.
- Efficaci: ci sono molti studi in letteratura a riguardo.
Elettrostimolatore a microcorrente con elettroterapia auricolare
È uno stimolatore analgesico di precisione usato per il dolore cronico a carico dell’apparato muscolo-scheletrico che sfrutta:
- Elettroterapia a microcorrente (MET), viene utilizzato un basso livello di corrente che consente di ridurre il dolore.
- Auricoloelettroterapia, sfrutta l’azione antalgica a livello delle terminazioni nervose poste sul lobo dell’orecchio dove vengono posizionati degli elettrodi auricolari a clips.
È un ottimo approccio per il paziente in quanto non è un metodo invasivo e non richiede l’uso di farmaci.
Conclusioni sulle elettroterapie antalgiche
L’elettroterapia è una branca della fisioterapia strumentale molto utilizzata in quanto ha pochissime controindicazioni, è indolore e porta in sé molti benefici tra cui il più importante la riduzione del dolore sia acuto che cronico.
Un altro aspetto pratico dell’elettroterapia antalgica è che esistono molte apparecchiature anche portatili, quindi il fisioterapista può eseguire questa metodica anche a domicilio.
Inoltre, se il paziente è collaborante e se è stato svolto un adeguato addestramento, l’elettroterapia può essere svolta anche in modo autonomo. Quindi si può affermare che l’elettroterapia antalgica è uno strumento molto valido e di pratica utilità, adatto pressoché a tutti.
Bibliografia
- Gaetano Gigante, Gabriele Severini. Terapia Fisica Strumentale – Edi Ermes
- F. Crépon, J.-F. Doubrère, M. Vanderthommen, E. Castel-Kremer, G. Cadet. Elettroterapia. Elettrostimolazione
- Maurizio Iocco. Elettroterapia e dolore
- Maria Luisa Sgalambro, Pietro Nataletti, Francesco Ioppolo, Andrea Bernetti, Valter Santilli. L’utilizzo degli apparecchi elettromedicali in medicina riabilitativa:evidenze terapeutiche e aspetti di sicurezza