I disturbi dell’anca nel pallavolista

I disturbi dell’anca non sono tra gli infortuni più comuni nel pallavolista, ma quando capitano sono di solito difficili da risolvere, se non trattati al meglio. In questo articolo analizziamo alcune patologie che spesso presentano sintomi localizzati proprio a livello dell'anca.

November 5, 2021
Fisioterapia
Daniele Matarozzo

Sia nello sport che nella vita di tutti i giorni le nostre articolazioni ed i tessuti circostanti sono sottoposti a determinati stress che vanno ad influenzarne la condizione.

L’anca, ovvero l’articolazione che connette l’arto inferiore allo scheletro assile (tramite la connessione fra testa del femore e l’acetabolo, una sorta di fossa che si trova lateralmente nel bacino), è sempre stata considerata una articolazione con grande stabilità, a differenza della spalla, che è più mobile ma meno stabile.

Questo, in primis, per la sua conformazione stessa. A livello dell’anca abbiamo poi diverse altre strutture, quali muscoli, legamenti, borse… ognuna di queste è deputata a determinati compiti.

La borsite dell’anca

Spesso, e per molto tempo, un fastidio lamentato nella zona esterna dell’anca, a livello del gran trocantere o lateralmente alla coscia veniva classificato, identificato, come borsite trocanterica.

Sarà capitato anche a te di sentire un compagno o una compagna dire “mi hanno diagnosticato una borsite all’anca”... vero?

Il termine stesso indica una infiammazione a livello della borsa che si trova nella zona del gran trocantere (che coincide con la parte del femore che possiamo sentire pigiandoci con i palmi delle mani lateralmente ai glutei).

pallavolo borsite anca beach volley
Anche nel beach volley, una caduta dopo una difesa può causare un trauma all'anca

Occorre innanzitutto fare una precisazione, perché, se muscoli e legamenti hanno una chiara collocazione anatomica generalmente, le borse rappresentano strutture sconosciute ai più.

Si tratta di una specie di “cuscinetti” che hanno lo scopo di ammortizzare gli urti, facilitare lo scivolamento tendineo ed evitare che i tendini poggino direttamente a contatto con l’osso.

A livello del trocantere se ne possono identificare principalmente 3, una superficiale (quella che più frequentemente viene interessata da infiammazione) e 2 profonde.

Le cause di borsite hanno spesso uno starter di tipo meccanico; fra le cause di tipo meccanico, una alquanto comune può essere una contusione diretta, dovuta a caduta o a contatto (in quest’ultimo caso, ad esempio, possiamo pensare ad uno scontro di gioco fortuito o ad una caduta durante una difesa), oppure una pressione frequente e mantenuta.

La diagnosi di borsite

Come possiamo essere certi, o se non altro avere il sospetto piuttosto fondato, che il fastidio che possiamo avvertire lateralmente all’anca sia una borsite e non qualcos’altro?

Trattandosi di infiammazione dovrà rispondere alle cinque caratteristiche tipiche delle infiammazioni, ovvero

  • dolore della zona interessata
  • calore della cute
  • gonfiore della zona
  • rossore della pelle
  • impotenza funzionale (cioè impossibilità a fare alcuni movimenti in quel distretto)

Non sempre però a livello dell’anca una effettiva borsite determina calore, rossore e gonfiore, bensì sono altri segni che possono guidarci ad identificarla.

Infatti, al di fuori della specifica localizzazione, il dolore può essere legato al movimento ma può esserci anche a riposo, può avere una caratteristica costante, può essere presente di notte (anche dormendo sull’altro lato) ed è sempre provocato dalla palpazione della zona.

Inoltre può risultare impossibile dormire sul lato colpito e l’insorgenza dello stesso può essere stata improvvisa senza alcun sintomo precedente.

Tale condizione va ovviamente a rendere difficoltose diverse attività della vita quotidiana, nonché a limitare o a rendere impossibile l’attività sportiva e determinati gesti motori, quali il salto o lo squat.

Una volta che l’ipotesi diagnostica di borsite è stata appurata, i compiti del fisioterapista saranno quelli di

  • favorire la regressione dello stato infiammatorio
  • ridurre il dolore
  • ripristinare la miglior funzione possibile
Nella pallavolo indoor i traumi all'anca sono ancora più frequenti

I problemi ai tendini dell’anca

Come dicevo poc’anzi, troppo spesso si giungeva alla diagnosi di borsite per un dolore laterale all’anca… oggi però, anche grazie agli esami strumentali, sappiamo che nella maggior parte dei casi di dolore in quell’area, non vi è nessuna borsa infiammata.

Infatti, quello che succede spesso, è che i tendini che si inseriscono al gran trocantere presentano situazioni problematiche quali

  • lesioni
  • degenerazione del tessuto
  • assottigliamento

Pertanto, l’anca può andare incontro agli stessi processi degenerativi tendinei ed alle stesse lesioni che interessano i tendini della cuffia dei rotatori della spalla; si è così arrivati a definire la cosiddetta sindrome dolorosa latero-trocanterica.

I muscoli Medio Gluteo e Piccolo Gluteo vengono definiti come “la cuffia dei rotatori dell’anca”.

Il Piccolo Gluteo e la parte posteriore del Medio Gluteo stabilizzano la testa femorale nell’acetabolo durante il movimento e il cammino, perfezionano il centraggio dell’articolazione e il movimento lungo un asse quanto più fisiologico.

Va da sé che sovraccarichi a livello di questi tendini possano determinare la condizione appena descritta (che, ripeto, è molto ma molto più frequente della borsite) e portare ad avvertire dolore e limitazione funzionale.

La fisioterapia per i problemi tendinei dell’anca

In tal caso, la riabilitazione ed il processo di recupero dell’anca passerà attraverso il miglioramento della capacità di carico dei tessuti tendinei e la riduzione e miglior gestione dei carichi.

Consideriamo come ipotesi, ad esempio:

  • una riduzione nel numero di allenamenti settimanali per un determinato periodo di tempo
  • la riduzione della durata o dell’intensità degli stessi

per far sì da ripristinare un corretto equilibrio.

Come già visto in un altro articolo dedicato alla gestione dei problemi di carico, in questo periodo di allenamento differenziato, l’atleta non deve stare completamente fermo.

Situazioni ideali sono quelle dove si riesce ad impostare un trattamento combinato di fisioterapia e di preparazione atletica volto al recupero dell’anca ed al mantenimento degli altri gruppi muscolari.

In questo frangente, ad esempio l’idrokinesiterapia può essere uno degli alleati migliori per il pallavolista: permette infatti di mantenere mobilità e tono muscolare, facendo lavorare l’atleta però in relativo scarico di peso, quindi con meno stress sui tendini dell’anca.

I rumori sospetti - l'anca a scatto

Succede poi, in certi casi, di avvertire un crepitio, uno scroscio, a livello laterale dell’anca. Esso può essere doloroso oppure no.

Parliamo, ad ogni modo, di una condiziona nota come anca a scatto esterna, non così infrequente nella popolazione sportiva.

A cosa è dovuto questo crepitio? In sostanza avviene un “clicking” laterale passando da estensione a flessione d’anca che è determinato dal tratto ileotibiale (una banda fibrosa che scorre lateralmente lungo la coscia e che spesso si infiamma nei runners) o dal grande gluteo sul gran trocantere.

Anche cadute di questo tipo possono dare origine a disturbi all'articolazione dell'anca o ai tendini di quella zona

L’anca a scatto esterna è , in genere, causata da alterazioni del cammino e può determinare essa stessa una borsite trocanterica (per continuo ed eccessivo “sfregamento” della borsa).

Nei casi in cui è sintomatica e provoca dolore, esso è sempre localizzato al trocantere, ma potrebbe, eventualmente, irradiarsi alla coscia.

Anche di fronte a questa condizione, l’intervento del terapista sarà mirato ad un approccio attivo incentrato sulla somministrazione di un corretto e dosato esercizio terapeutico nella palestra riabilitativa, limitando la terapia manuale alla desensibilizzazione della zona solo nei casi in cui vi è effettivo dolore.

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Daniele Matarozzo

Fisioterapista dal 2007, specializzato in Terapia Manuale e Manipolativa e in Fisioterapia per lo Sport. Dal 2015 al 2021 sono stato il fisioterapista della Nazionale Italiana di Pallavolo. Dal 2017 ho dato vita al Gruppo Fisio Salute, di cui sono co-titolare.

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